venerdì 21 settembre 2007

COMINCIARE A SPERARE DI NUOVO NELLA GIUSTIZIA?


Notizia del 26 settembre 2006

Genova, preso maniaco ascensore
Autore di 24 aggressioni su minori


E' stato arrestato dalla squadra mobile di Genova il maniaco dell'ascensore, autore di almeno 24 aggressioni a sfondo sessuale nei confronti di altrettante minorenni. L'arresto, secondo quanto si è appreso, è avvenuto intorno alle 17.00, per strada, nel capoluogo ligure. L'uomo è stato identificato grazie al test del Dna.
Il maniaco, di cui non sono state rese noto le generalità, è un giovane commesso contraddistinto da un piercing sul sopracciglio sinistro (che il giovane si è tolto nel tentativo di non farsi riconoscere). Lo stupratore, che ha terrorizzato per mesi le donne genovesi, è stato convocato in Questura. La Mobile sarebbe riuscita ad incastrarlo avendo riscontri scientifici del Dna dell'uomo su reperti biologici raccolti nel luoghi delle violenze. Lo stupratore, dopo aver pedinato le vittime, era solito aggredirle nei portoni delle abitazioni in cui vivevano. Su 24 tentati stupri, il giovane ha portato a termine soltanto due violenze, grazie alle reazioni delle vittime.


Notizia del 21 settembre 2007
Genova, 14 anni a maniaco ascensore
Inflitto anche risarcimento per vittime


Edgar Bianchi, il cosiddetto maniaco dell'ascensore di Genova, è stato condannato a 14 anni e 8 mesi di reclusione. Dovrà inoltre risarcire tutte e tre le parti civili costituite nel processo, versando intanto una provvisionale di 10mila euro per due ragazzine e di 15mila euro per la terza. Il pm Giovanni Arena aveva chiesto 24 anni di reclusione che per effetto del rito abbreviato chiesto dalla difesa si erano ridotti a 16.
Il giudice del tribunale di Genova, Adriana Petri, ha considerato le attenuanti superiori alle aggravanti. Edgar Bianchi, vestito in jeans con camicia a scacchi bianca e blu, ha accolto la sentenza a occhi bassi, senza alcuna reazione. Il giovane, 28 anni, ex barista, per due anni avrebbe molestato e aggredito 25 ragazzine, la maggior parte minorenni, sottoponendole ad atti di libidine negli androni e negli ascensori dei palazzi puntando contro di loro un coltello da lui descritto "tipo Rambo". Lui stesso ha ammesso che individuava casualmente per strada le vittime, le seguiva a casa ed entrava insieme a loro nell'ascensore. Spesso però era fuggito appena le ragazzine si mettevano a gridare. Poi la sua cattura da parte della squadra mobile di Genova che dopo due anni e mezzo aveva messo fine alla psicosi del "mostro".


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